In memoria di una poesia breve

Ho sempre amato la poesia. La mia preferita è "Mattina" di Giuseppe Ungaretti per l'assoluta ermetica sintesi. Ho un libretto tascabile che raccoglie 37 poesie del poeta. Lo porto con me, per leggerne frammenti sul treno o in metropolitana. A Milano è Novembre. Salgo sul vagone della Metro e vengo colpito dai volti della gente: c'è una giovane ragazza davanti alla quotidiana folla accomunata dalla stessa espressione annoiata. Mentre le parole di Ungaretti mi proiettano tra i fanghi di trincea e le acque dei fiumi che ha amato, mi accorgo che nelle locandine distribuite sulle pareti libere del vagone, appaiono slogan che vendono case in classe A, auto sportive o spettacolari viaggi esotici. Così penso sia normale che la gente comune, stanca di desiderare ciò che non ha, sia infine estremamente annoiata e triste forse.
Quanto sarebbe più stimolante se sulle stesse locandine ci fossero impresse poesie brevi o aforismi o ancora frasi del luminoso Lao Tzu.
Forse la ragazzina quindicenne avrebbe da dire qualcosa al coetaneo quella mattina sulla linea rossa della metropolitana. E' vero, alla fine ci abitueremmo anche a loro, a quelle parole che sanno stimolare la curiosità dell'essere umano. Ci rassegneremo alla bellezza.
CASA DELFASCIO  1932 - 1936 - COMO - architetto Giuseppe Terragni

Così ho immaginato murales e graffiti sui grandi muri vuoti delle città. Certi muri hanno una vocazione dedicata al trasporto di messaggi e uno di questi è con certezza la facciata su piazza del  Popolo della Casa del Fascio di Como. Ringrazio l'architetto e amico Davide Adamo per la gentile concessione delle fotografie. Ho scelto la poesia "SOLDATI" di Ungaretti perché in qualche modo si incontra col la storia del fascismo italiano che questo palazzo ha rappresentato.




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