In memoria di una poesia breve
Ho sempre amato la poesia. La mia preferita è "Mattina" di Giuseppe Ungaretti per l'assoluta ermetica sintesi. Ho un libretto tascabile che raccoglie 37 poesie del poeta. Lo porto con me, per leggerne frammenti sul treno o in metropolitana. A Milano è Novembre. Salgo sul vagone della Metro e vengo colpito dai volti della gente: c'è una giovane ragazza davanti alla quotidiana folla accomunata dalla stessa espressione annoiata. Mentre le parole di Ungaretti mi proiettano tra i fanghi di trincea e le acque dei fiumi che ha amato, mi accorgo che nelle locandine distribuite sulle pareti libere del vagone, appaiono slogan che vendono case in classe A, auto sportive o spettacolari viaggi esotici. Così penso sia normale che la gente comune, stanca di desiderare ciò che non ha, sia infine estremamente annoiata e triste forse. Quanto sarebbe più stimolante se sulle stesse locandine ci fossero impresse poesie brevi o aforismi o ancora frasi del luminoso Lao Tzu. Forse la ragaz