0.1 Interferenze nell’arte
0.1 Interferenze nell’arte
Nel 1878 Thomas
Edison inventò la prima lampadina a incandescenza che vedrà progredire
l’illuminazione pubblica; nel 1886
l’ingegnere tedesco Carl Benz brevetta
la prima automobile. Le città verranno ben presto create a misura di macchina.
Cento anni son velocemente trascorsi quando altri uomini iniziano a mettere in
crisi quel modello di città moderna, alla ricerca di una ritrovata unione con
la natura, ponendo le esigenze e i
bisogni dell’uomo al centro del nuovo progetto urbano. Nel 1970 l’architetto
torinese Paolo Soleri insieme ai suoi collaboratori inizia la costruzione di
Arcosanti, un prototipo di città situata in Arizona (USA), vicino Phoenix,
basata sul rispetto dell’ambiente, l’autosufficienza energetica ed alimentare, senza
auto ma biciclette e passeggiate, grazie anche all’uso di energie alternative
come quella solare ed eolica. E’ in questo contesto culturale e sociale che si
muove l’immaginazione potente di Walter
De Maria. L’artista sviluppa la sua ricerca attraverso un confronto profondo
tra l’uomo e la Terra e sceglie il deserto del New Mexico per trasportare
l’opera d’arte fuori dallo spazio museale. Così come gli antichi popoli delle
culture megalitiche conficcavano grandi pietre (menhir) per segnare i punti energetici della Terra,
lasciandoci misteriosi templi chiamati Dolmen, allo stesso modo De Maria
penetra la terra con 400 pali d’acciaio, disposti a griglia, alla distanza di
circa 67 metri l’uno dall’altro, per formare un rettangolo di un miglio (1,6
km) per un chilometro di lato.
L’idea
dell’opera Lightning Field
realizzata dal 1973 al 1979 è quella di creare un campo di parafulmini, portare
sul luogo un numero ridotto di visitatori, massimo sei, che dovranno stare lì
almeno 24 ore. Lo spettacolo messo in scena dall’artista è dedicato
all’osservazione dei fenomeni naturali che, in
caso di temporale, produrranno i
fulmini attirati dall’enorme letto di spine di acciaio. Lo spettatore si
troverà ad assistere ad una melodia visiva armonica e casuale, immerso nella
drammatica luce che incanta e spaventa, costringendoci a riflettere sulla potenza
della Natura.
E’ interessante vedere come altri artisti, negli stessi anni, creino relazioni e riflessioni più vicine allo spazio urbano rinnovando il dialogo tra Arte e Architettura. E’ il caso dell’artista Gordon Matta Clark, laureato in architettura alla Cornell University nel 1968, matura ben presto una consapevolezza critica verso la società americana che materializza all’interno di edifici obsoleti, abbandonati o destinati alla demolizione.
Nel 1975 realizza il
progetto Conical Intersect che
prevede l’incisione di forme coniche tridimensionali in edifici della Parigi
ottocentesca che sarebbero stati distrutti in vista della costruzione del
futuro Centro Pompidou. Si tratta di veri sventramenti che generano nuovi punti
di vista dalla strada verso l’interno dello spazio domestico e
contemporaneamente una visione inedita verso la Parigi della moderna metropoli.
L’artista utilizza la forza dirompente dei tagli e delle demolizioni edilizie
per trasformare il valore negativo della distruzione in un messaggio politico e
sociale di critica all’Architettura. Intervenendo sugli edifici, egli intende
alterare la percezione dello spettatore e, con questo, determinare e definire
nuove relazioni spaziali.
Il “taglio” della tela di
Lucio Fontana ci vuole forse aprire all’ignoto che è dentro di noi.
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