0.4 Incontri – seconda parte
IMPONDERABILIA è la performance messa in scena da Marina Abramovic e Ulay nel 1977 presso la Galleria Comunale d’Arte
Moderna di Bologna. Insieme, come porte viventi, si posizionano sulla
soglia d’ingresso della galleria espositiva. Gli spettatori, per entrare nel
museo, saranno costretti ad oltrepassare il piccolo spazio tra i corpi nudi dei
due artisti, scegliendo istintivamente se rivolgere lo sguardo all’uno o all’altro.
L’uomo e la donna si fondono in una sorta di Giano bifronte, la divinità posta
simbolicamente nei luoghi di passaggio. Gli artisti vivono quindi sulla propria
pelle l’esperienza della soglia e attraverso il contatto guidano il pubblico
verso una trasformazione interiore, mettendo in scena una rielaborazione moderna
di antichi rituali: più forte è la performance e più forte sarà la
trasformazione.
Sin qui ho cercato di
raccontare come sia possibile condizionare i comportamenti dell’uomo attraverso
la modellazione dello spazio, proporzionandolo esattamente alle dimensioni del
corpo umano. Questa ricerca non riguarda unicamente il mondo dell’arte
contemporanea, che si evolve dagli inizi del 1900 d.C. ad oggi, ma è presente
in altre epoche e culture lontane ed altrettanto meravigliose.
(…) Un vaso
è fatto di solida argilla, ma è il vuoto che lo rende utile. (…) Dunque per
utilizzare ciò che è, devi utilizzare ciò che non è. LAO TZU
I primi rifugi rustici del
Tè furono costruiti in Giappone all’inizio del XVI secolo; spazio isolato e
recluso, racchiude in sé il semplice vuoto, memoria della capanna d’eremita. La
casa del Tè si trova all’interno di un giardino continuo (roji) che si sviluppa come un percorso, pertanto la disposizione
dei suoi elementi ha la funzione di preparare la mente dell’ospite, inducendo
in lui lo stato di concentrazione necessario per vivere spiritualmente il
rituale legato alla Cerimonia del tè. Il giardino del Tè (roji) è un percorso che deve calmare l’ospite dalla vita frenetica
della città. Altro elemento essenziale sono le pietre di passo (tohi-ishi)
che tracciano il sentiero, unendo ad una funzione pratica, quella di proteggere
reciprocamente il muschio dalla pressione delle scarpe ed i piedi del
visitatore da fango, quella spirituale di stimolo ad uno stato di
contemplazione, rallentando il passo e favorendo una sosta.
Ma l’elemento più
interessante, che lega i CORRIDOI di Bruce Nauman e la performance IMPONDERABILIA
di Marina Abramovic e Ulay, è l’entrata
della casa del Tè che ancora una volta è un passaggio, una porta in cui
occorre piegarsi per passare (nigiri-guchi)
perché misura circa 70x70 cm. Questa formidabile porta, è talmente angusta che
si è costretti ad inchinarsi o addirittura a rannicchiarsi per entrare; si è
obbligati cioè a rendere visibile col corpo una condizione mentale e morale
liberata da idee di onore, superbia e potere. Attraversare questo piccolo
pertugio rende l’ospite consapevole del suo corpo e piegando le ginocchia si
dispone in un atteggiamento d’umiltà. |
Porta chiusa con sasso per accedere alla stanza del Thè |
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Porta aperta |
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